La primavera è sinonimo di fioriture, attività all’aria aperta… e arrivo della resina degli alberi, che può gocciolare su qualunque cosa si trovi sotto l’albero, compresa la vostra auto. Vediamo insieme cos’è la resina vegetale!
Cos’è la resina?
Con il termine resina vegetale s’intendono i composti che vengono secreti dalle piante in modo spontaneo o in seguito ad incisioni effettuate sul tronco. Il compito della resina vegetale è infatti ha la funzione di curare la pianta dalle ferite e di proteggerla dagli attacchi patogeni.
Oltre ad avere all’interno composti terpenici volatili, non volatili e composti fenolici, possono contenere anche altre sostanze come cere, oli o gomme. Le resine vegetali tendono ad essiccarsi all’aria e non sono solubili in acqua: si possono però sciogliere in alcool, grassi oppure etere. In caso di fossilizzazione della resina vegetale si ottiene un materiale usato soprattutto in gioielleria: l’ambra.
Esistono diversi tipi di resina?
La resina vegetale è caratterizzata da un aroma intenso e ne esistono di due tipologie differenti:
- Resine terpeniche: contengono diterpeni e altri componenti e sono prodotte per lo più da angiosperme o da piante appartenenti alla famiglia delle Pinales, ad es. pino, larice, abete bianco
- Resine fenoliche: al loro interno sono presenti fenilpropanoidi, lignani e flavonoidi liposolubili, e vengono secrete da alberi tropicali appartenenti alle famiglie delle Styracaceae, Humiriacea, Altingiaceae e Fabaceae.
Le resine vegetali, inoltre, possono essere divise anche in base all’aspetto o alla loro composizione:
- Resine consistenti, dall’aspetto solido usate solitamente per produrre lacche o vernici (es. mastice)
- Oleoresine, che sono resine fluide (esempi: resina del pino e incenso)
- Balsami, ovvero resine dalla consistenza più viscosa (es. balsamo del Perù e balsamo del Canada)
- Gommoresine, resine che contengono gomme (es. mirra)
Come si può intervenire per togliere la resina?
Al momento, la tecnica più efficace alla lotta alla resina vegetale è il trattamento endoterapico. Il procedimento è semplice: mediante l’utilizzo di specifiche attrezzature, si inietta direttamente all’interno dei vasi linfatici dell’albero una miscela di insetticida, con uno specifico principio attivo anticoccidico, ed un formulato veicolante studiato appositamente per facilitarne ed ottimizzarne la distribuzione in tutta la chioma.
Il periodo ottimale di fine trattamento è febbraio-marzo, ma in casi di emergenza si può intervenire in primavera. Dopo circa 30/40 giorni dalla data dell’intervento si noterà una brusca riduzione della caduta di melata e resina vegetale.
Quali sono gli alberi che rilasciano la resina vegetale in Italia?
Rientrano nella categoria di alberi resinosi tutti quelli che, quando viene incisa in maniera più o meno profonda la loro corteccia, emettono una sostanza, che può essere liquida o gelatinosa colloidale, denominata appunto resina vegetale.
Tra le piante più comuni in Italia troviamo essenzialmente conifere e aghifoglie. Di seguito vi riportiamo gli alberi più comuni del nostro territorio:
- Cipresso Comune: Originario dell’Iran fu importato nel Mediterraneo dai Fenici. Raggiunge i 40m di altezza. Viene usato come pianta ornamentale e dal suo legno particolarmente duro si costruiscono mobili.
- Ginepro Comune: Vive su terreni incolti fino ai 3000m. È un albero che raggiunge i 10m di altezza. Le bacche vengono utilizzate per aromatizzare cibi, oli essenziali e bevande (ad esempio la grappa).
- Abete bianco: Si trova comunemente in Trentino e può superare facilmente i 50m.
- Larice: È originario dell’Europa Centrale e della catena delle Alpi. Ha la caratteristica di non essere sempreverde e perdere le foglie in inverno.
- Pino cembro: Tendenzialmente è un albero che supera i 15m e può arrivare ai 25m di altezza.
- Pino loricato: E’ diffuso nella penisola Balcanica e nel Sud-Italia in particolare tra Calabria e Basilicata. Raggiunge i 25-30 metri di altezza.
Come si pulisce la resina vegetale?
In primavera è facile imbattersi nella resina vegetale ed è importante agire tempestivamente per rimuoverla totalmente senza rovinare autovetture, vestiti o scarpe. Come fare?
- Per la pulizia della resina sulle auto viene in nostro soccorso l’essenza di trementina, conosciuta anche acquaragia, un solvente vegetale che deriva proprio dalla resina. Un altro metodo è l’alcool a 90°, che può essere utilizzato imbevendo un batuffolo di cotone da strofinare sulla macchia fino a completa rimozione.
- Per la rimozione della resina sui vestiti occorre fare molta attenzione ai dettagli spesso trascurati:
1) Prima di avventurarsi nella rimozione delle macchie, leggere l’etichetta del prodotto, specialmente per ciò che riguarda il lavaggio. Ciò vale ancora di più per quelli delicati e per i jeans che hanno subito un trattamento estetico particolare;
2) Se le macchie sono piccole si può intervenire puntualmente avvalendosi di un cotton-fioc imbevuto della sostanza prescelta;
3) Se il capo è particolarmente pregiato, per sicurezza è sempre meglio effettuare una prova in un angolo nascosto per assicurarsi che non venga danneggiato.
Per ulteriori informazioni e curiosità sul mondo dell’arboricoltura noi di Obiettivo Tree Climbing siamo a disposizione, continua a seguirci.