Il punteruolo rosso della palma
Biologia, danni e difesa…
A partire dal biennio 2004-2005, quando il Punteruolo fece la sua comparsa dapprima in Toscana e poi quasi contemporaneamente in Liguria e Sicilia per poi diffondersi rapidamente in tutta la penisola, le palme presenti sul territorio italiano hanno conosciuto la peggiore minaccia della loro storia plurisecolare se si pensa che nella sola Sicilia sono stati già persi oltre 30.000 esemplari.
Il Punteruolo è un grosso Coleottero della famiglia dei Curculionidi, chiamati in italiano anche Punteruoli per la presenza di un vistoso rostro in prosecuzione del capo; può raggiungere i 4 cm di lunghezza e il suo nome scientifico è Rhynchophorus ferrugineus, dovuto alla colorazione ferrigna della superficie dorsale dell’insetto, talvolta ornata di macchiette e striature nere.
In natura la specie è originaria delle foreste tropicali dell’Asia e della Melanesia, dove si nutre di numerose specie di palme selvatiche; favorito dall’estendersi degli impianti di specie di palme in monocoltura e dai crescenti scambi commerciali di materiale vivaistico, si è diffuso in tempi più o meno recenti verso ovest, giungendo ad insediarsi anche nell’area mediterranea. Nell’ultimo ventennio è giunto in Egitto, Israele, Giordania, Emirati Arabi, Arabia Saudita, Iran, Spagna, Francia, Italia, Grecia, Turchia e Marocco.
In Italia, in particolare, è giunto dall’Egitto da cui sino agli anni ’90 venivano importate annualmente, a basso costo e in assenza di seri controlli fitosanitari, migliaia di palme adulte pronte all’impianto per uso ornamentale.
Mentre altrove il Punteruolo è noto per i danni causati alle coltivazioni di palme da cocco (Cocos nucifera) e da datteri (Phoenix dactylifera), da noi si sviluppa quasi esclusivamente a spese della Palma delle Canarie (Phoenix canariensis) che, peraltro, è la specie di palma di gran lunga più diffusa sia negli spazi pubblici sia nei giardini privati e offre condizioni particolarmente favorevoli all’insediamento dell’insetto (tenerezza del tronco, elevata temperatura interna, ecc.); pur essendoci segnalazioni di attacchi ad altre specie, quali Palma da dattero, Palma nana (Chamaerops humilis) e diverse specie del genere Washingtonia, si tratta di eventi sporadici e trascurabili.
Fisiologia delle palme
Per capire la natura dei danni che il punteruolo produce alle palme bisogna tenere presente che queste ultime sono piante monocotiledoni, dotate cioè di un unico apice vegetativo o gemma, che è l’unico punto da cui può avvenire l’accrescimento; questo è situato all’interno del tronco all’altezza delle due fila inferiori di foglie verdi. A differenza delle dicotiledoni (querce, carrubi, alberi da frutto, ecc.) che possono reagire a danneggiamenti e amputazioni creando nuovi rami o nuove foglie da qualunque parte del fusto, le palme hanno questa capacità solo all’apice e, danneggiato quello, è morta l’intera pianta.
A rendere difficile la difesa dagli attacchi del parassita è, inoltre, la particolare struttura vascolare delle palme che fa somigliare il tronco a un fascio di tubi verticali, paralleli ma indipendenti, che rende particolarmente difficile la penetrazione capillare di prodotti fitosanitari all’interno del tronco.
Altro fattore che rende difficoltose le misure di prevenzione e difesa dal parassita è la considerevole altezza degli esemplari adulti di Palma delle Canarie, raggiungibili per ispezioni ravvicinate della chioma soltanto grazie a carrelli elevatori.
Ciclo Biologico del Punteruolo Rosso
L’insediamento del Punteruolo su una Palma delle Canarie sana avviene secondo una precisa dinamica che porta generalmente alla morte della pianta in meno di un anno dall’inizio dell’attacco.
Quando una colonia di Punteruoli che si è sviluppata all’interno di una palma ne ha completamente esaurito le risorse alimentari, i maschi adulti si allontanano alla ricerca di nuove piante da colonizzare. Essendo ottimi volatori, in questa ricerca possono spostarsi di diversi chilometri nel territorio circostante. Quando un maschio esploratore individua una palma con caratteristiche favorevoli, vi atterra e comincia ad emettere un fluido, chiamato ‘feromone di aggregazione’ che attrae numerosi individui di entrambi i sessi. Quando si è radunato un discreto numero di individui, hanno luogo gli accoppiamenti e le femmine fecondate iniziano a deporre le uova, sino ad alcune centinaia per singola deposizione. Per farlo, scelgono la base delle foglie verdi, ma sopratutto lesioni naturali o artificiali, come i tagli da potatura che rappresentano vere e proprie porte d’ingresso all’interno della pianta. Dopo pochi giorni dalle uova schiudono piccole larve vermiformi carnose, prive di zampe e provviste di capaci mandibole, che si mettono subito alla ricerca di cibo scavando gallerie nei tessuti vegetali di cui si nutrono e danneggiando il sistema vascolare della palma. A conclusione dello sviluppo, raggiunta la dimensione di circa 5-6 cm, si portano nei pressi di un’ascella foliare dove si racchiudono in un bozzolo costituito da materia vegetale fibrosa, simile nell’aspetto a una minuscola noce di cocco. Trascorso circa un mese, si compie la trasformazione della larva in adulto, che esce all’aperto praticando un foro di uscita nella superficie della base foliare. Se la palma su cui si trova offre ancora materia organica utilizzabile, l’accoppiamento e la deposizione delle uova avverranno su quella stessa pianta; altrimenti, se la stagione lo consente, si sposterà alla ricerca di una nuova palma da colonizzare.
Il punteruolo rosso, infatti, provenendo da una regione tropicale, riesce ad essere attivo soltanto quando la temperatura esterna è piuttosto elevata, condizione che alla nostra latitudine coincide con il periodo che va dalla tarda primavera all’inizio dell’autunno. Per contrastare l’abbassarsi invernale delle temperature esterne e creare condizione ideali per la loro sopravvivenza nelle cavità interne alla palma in cui vivono, i Punteruoli inducono processi di fermentazione della materia vegetale che determinano un innalzamento della temperatura che può raggiungere i 50°C.
Il ciclo completo dell’insetto dalla deposizione delle uova alla comparsa degli adulti ha una durata di 3-4 mesi e, in condizioni favorevoli, può ripetersi sino a 3 volte nel giro di un anno.
Sintomatologia dell’accatto e deperimento della palma
Parallelamente al procedere dell’infestazione da Punteruolo, la palma attaccata presenta una sintomatologia che può essere scandita in una serie di stadi e fasi successive che diagnosticano il procedere dell’infestazione.
Primi stadi
La prima fase, della durata di circa due mesi dall’inizio dell’attacco, coincide con la deposizione delle uova e lo sviluppo iniziale delle larvette ed è completamente asintomatica, se si prescinde dalla presenza dei minuscoli fori di ovideposizione, praticamente impercettibili.
A questa ne segue una seconda in cui le larve, crescendo di dimensioni, raggiungono la base delle tenere foglie verdi apicali, provocando asimmetrie della cima e rosura basale delle foglie.
Stadi avanzati
Col procedere dell’attacco le foglie apicali della chioma non mantengono più la posizione eretta, ma si ripiegano sulle foglie inferiori ancora verdi. A distanza la chioma, al cui centro non si nota più la presenza di foglie centrali tese verso l’alto, appare innaturalmente appiattita.
Successivamente anche le grandi foglie basali iniziano a disseccare e pendere lungo il tronco sinché l’intera chioma, ormai interamente avvizzita, non collassa assumendo un caratteristico aspetto ad ombrello. In questa fase è frequente la caduta sul terreno di foglie fortemente scavate alla base dal Punteruolo e spesso infestate da bozzoli.
Stadio terminale
Lo stadio terminale attraversa due fasi: dapprima la parte apicale della palma rimane completamente nuda e poi anche questa collassa sul terreno lasciando un tronco monco, del tutto privo di vita.
Azioni di prevenzione e cura delle palme
In considerazione di quanto esposto sopra si comprende come il fatto che il Punteruolo rosso svolga gran parte del proprio ciclo biologico all’interno della palma e che questa abbia una fisiologia così particolare rende il parassita difficilmente raggiungibile dai più comuni mezzi di lotta.
Sulla base delle ricerche effettuate e delle esperienze maturate in diversi paesi mediterranei è possibile però adottare efficaci strategie preventive, curative e protettive.
La fondamentale strategia di contenimento territoriale, di competenza e responsabilità delle istituzioni pubbliche, deve mirare alla appropriata distruzione delle palme infestate in modo irreversibile, per evitare che queste si trasformino in focolai di diffusione del parassita.
Per evitare che il Punteruolo possa insediarsi su una palma sana dovrebbero essere attuate strategie di difesa preventiva attraverso pratiche colturali che consentano di minimizzare ferite o lesioni alla pianta e l’adozione di accorgimenti tecnici che evitino o limitino la colonizzazione da parte del parassita.
Una particolare attenzione andrebbe dedicata alla potatura perché, se è opportuna l’eliminazione di foglie, guaine fiorali secche e altri residui organici, bisogna tenere presente che le potature fresche rappresentano un forte attrattivo per i Punteruoli in volo di esplorazione. Le operazioni di potatura andrebbero quindi effettuate soltanto nelle giornate più fredde del periodo invernale, con temperatura al di sotto dei 10°C, quando gli adulti non sono attivi. Particolare cura andrebbe posta poi sia alla copertura con appositi mastici o bitume e alla disinfezione con ipoclorito di sodio e antifungini delle superfici di taglio sia alla totale eliminazione dei residui della potatura. Si dovrebbe inoltre evitare di produrre ferite accidentali al tronco della palma durante operazioni colturali per la manutenzione del verde o attraverso chiodi e legature perchè tutte le lesioni, anche alla base della pianta, possono diventare punti di ingresso dell’insetto.
Un’ulteriore misura di salvaguardia, da riservare ad esemplari di palma di particolare interesse storico-paesaggistico o affettivo, per via della loro collocazione in aree monumentali o giardini privati, è il ricorso a trattamenti insetticidi preventivi che impediscono l’insediamento del Punteruolo. Per tali trattamenti, da ripetersi per tutto l’arco di vita della pianta con una cadenza di 15 – 30 giorni a seconda dell’andamento climatico, con turni più lunghi soltanto nelle settimane più fredde dell’anno, si ricorre alla aspersione a bassa pressione della chioma o ad impianti semifissi con tubi gocciolanti a una o più doccette, utilizzando prodotti chimici autorizzati dal Ministero della salute. Fra questi si possono elencare: Cip , Ciperbloc, Floralia , Koinor Plus, Mavrik, Reldan, Tau Al, Vertimec Ec.
La più importante misura di protezione, in assenza di trattamenti preventivi, è un’intensa attività di monitoraggio che consenta di agire già ai primi sintomi dell’attacco. Infatti, è soltanto con una diagnosi precoce di queste primissime fasi della parassitizzazione, più sopra definite “Primi stadi”, quando l’apice vegetativo della pianta non è ancora stato compromesso, che è possibile intervenire per salvare la palma. In questi anni sono stati proposti svariati metodi di individuazione del Punteruolo all’interno di un tronco di palma, spesso fantasiosi, quali la localizzazione acustica, la termografia, l’endoscopia, il ricorso a cani annusatori, ecc., ma nessuno ha sinora sostituito l’affidabilità dell’osservazione diretta.
Pur coi suoi limiti, dovuti alla difficoltà di scrutare la chioma di una grande palma a distanza ravvicinata o alla impossibilità di scorgere i minuscoli forellini di ovodeposizione, questo metodo consente l’individuazione precoce di un attacco. I sintomi rivelatori della presenza del Punteruolo ai Primi stadi sono:
. presenza di fori e segni di rosura alla base delle foglie
. pinnule (sono i segmenti perpendicolari della foglia di una palma) merlettate o seghettate
. pinnule perforate
. foglie tagliate
. perdita di simmetria della parte centrale della chioma
. foglie della parte centrale della chioma poggiate su quelle inferiori.
In presenza anche di uno solo di questi sintomi che indicano che l’apice vegetativo della palma potrebbe non essere ancora compromesso, occorre intervenire con la massima tempestività seguendo la medesima procedura e facendo uso dei medesimi prodotti autorizzati dal Ministero della Salute già indicati per i trattamenti insetticidi preventivi con l’avvertenza di abbinare prodotti rameici al preparato commerciale utilizzato. I trattamenti ad azione insetticida devono essere protratti in maniera continua e sistematica fino all’auspicabile risanamento della pianta. Poiché i trattamenti fitosanitari devono potere fare penetrare alla massima profondità possibile i prodotti utilizzati, è opportuno procedere preventivamente ad una energica potatura della pianta lasciando sulla palma soltanto le foglie apicali più giovani.
Buoni risultati possono essere ottenuti anche col ricorso alla dendrochirurgia, utilizzata per il recupero di palme infestate da poco tempo, dove cioè l’apice vegetativo non è stato ancora danneggiato. La tecnica, che può essere eseguita soltanto da personale specializzato, consiste nella graduale asportazione degli strati di tessuti infestati al di sopra dell’apice vegetativo, con l’obiettivo di effettuare la completa rimozione dell’insetto in tutti gli stadi presenti. L’operazione viene preceduta da una potatura integrale della chioma. In caso di esito felice dell’operazione, nel giro di qualche settimana dall’apice della palma, accuratamente sigillato con mastice o pece, emergeranno delle nuove foglioline e in un paio d’anni si ricostituirà una chioma analoga a quella originale. La tecnica è stata già ampiamente utilizzata con efficacia, ma è da ricordare che richiede, dopo il trattamento, le stesse misure di prevenzione che si applicano a palme mai attaccate. Nessuna tecnica di cura e risanamento costituisce, infatti, una vaccinazione contro l’eventualità di nuovi attacchi del parassita.
Altre metodiche sono ancora in fase di sperimentazione e appaiono efficaci soprattutto come componenti di strategie di difesa integrata: le principali sono il ricorso all’endoterapia, cioè all’iniezione diretta dei prodotti chimici all’interno del tronco, o a tecniche di lotta biologica con Nematodi entomopatogeni, che parassitizzano adulti e larve del Punteruolo. A queste si può accostare l’uso delle trappole a feromoni, che riescono a catturare un elevato numero di individui adulti, ma che sembrano più utili per accertare la presenza dell’insetto in una certa area che ad eliminarlo; inoltre, questo strumento rischia di attrarre adulti di Punteruolo in zone precedentemente rimaste indenni.
Qualora i sintomi da infestazione presentino stadi di gravità più avanzata rispetto a quelli elencati prima (a partire dalla fase di disseccamento di buona parte delle foglie della chioma) ogni intervento sarebbe inutile e si deve procedere, previa comunicazione al Servizio fitosanitario regionale, all’immediato abbattimento della palma con relativa distruzione dei tessuti infestati e l’adozione di tutte le precauzioni utili ad impedire la diffusione del Punteruolo su nuove palme. In particolare, nell’impossibilità di effettuare l’intervento in tempi ristretti, la pianta deve essere messa in sicurezza con la completa copertura con film plastico o rete antinsetto. Particolare attenzione deve essere posta inoltre al richio di dispersione di materiale infetto durante il trasporto verso il luogo di distruzione. La distruzione delle parti infestate dovrebbe avvenire celermente tramite triturazione, cippatura, incenerimento o altro trattamento termico. La sola bruciatura dei tronchi non è sufficiente ad assicurare la distruzione dei parassiti presenti all’interno della pianta; in passato, infatti, tronchi di palma bruciati e abbandonati in discarica sono stati tra i più pericolosi focolai di propagazione del Punteruolo.
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