Il tuo albero di agrumi è malato? quale malattia ha? vediamolo insieme in questo articolo!
La salute e la crescita rigogliosa delle piante, purtroppo, non dipende solamente dalla fertilità del terreno e da una buona esposizione solare: molti elementi entrano in gioco e possono rendere lo sviluppo della pianta e la sua stessa sopravvivenza niente affatto scontati. Per questo, le coltivazioni richiedono cure non solo costanti ma anche specifiche: ogni pianta e specie, infatti, ha le sue principali minacce, da debellare a seconda del caso specifico. Endoterapia: che cos’è e perché è importante?
Cocciniglia Cotonosa degli agrumi:
Per quanto riguarda gli agrumi, uno dei principali fattori di rischio è costituito dalla cocciniglia cotonosa. La cocciniglia cotonosa è un piccolo insetto di origine australiana che, diffusasi in Italia, mette a rischio in particolare gli agrumi. Essa si nutre della linfa contenuta nelle piante stesse e in questo modo ne sottrae il nutrimento necessario al mantenimento e allo sviluppo. E’ un parassita che si diffonde in particolare nel periodo estivo, ovvero quello di maggiore attività della pianta. Nel corso dell’anno può portare allo sviluppo di tre generazioni annuali. La cocciniglia cotonosa trae il nome dalla chiara peluria che la ricopre; essendo gli esemplari non più grandi di due o tre millimetri, la presenza della cocciniglia si identifica per lo più tramite l’individuazione di macchie sulla pianta. Endoterapia
Cocciniglia Virgola:
La cocciniglia a virgola è un parassita che colpisce, in particolare, le piante di limoni e trae il nome dalla curiosa forma allungata. Come per la cocciniglia cotonosa, le dimensioni sono estremamente ridotte, pertanto non è sempre facile identificarne la presenza e correre ai ripari prima che vengano provocati ingenti danni alla pianta. In particolare, la cocciniglia a virgola danneggia le foglie e i frutti, sottraendo ad essi la linfa vitale necessaria per il loro corretto e sano sviluppo. Sebbene la sua azione sia meno aggressiva se paragonata a quella della cocciniglia cotonosa, anche in questo caso un intervento tempestivo e una corretta prevenzione sono operazioni fondamentali per evitare che la pianta possa in seguito subire danni ai quali non sarà più possibile porre rimedio. Una volta colonizzata la pianta, la cocciniglia provoca incrostazioni sui rami e sui frutti. La presenza di questo insetto parassita provoca inoltre il disseccamento del fusto della pianta, dal quale deriva il deperimento delle parti colonizzate. Come per la cocciniglia cotonosa, anche in questo caso il periodo di maggiore diffusione è quello estivo, mentre i danni inizieranno ad essere chiaramente visibili solo in seguito. Endoterapia
Afidi degli agrumi:
Sono molti gli afidi che aggrediscono gli agrumi. I più dannosi sono l’afide verde degli agrumi (Aphis spiraecola), l’afide bruno degli agrumi (Toxoptera aurantii) e l’afide del cotone (Aphis gossypii). L’afide verde degli agrumi attacca soprattutto arancio, mandarino e clementine.
Si riconosce per il colore verdognolo e per i sifoni e la parte terminale dell’addome di colore brunastro.
I danni si manifestano principalmente su foglie e germogli, dove provoca accartocciamenti fogliari e ostacola lo sviluppo della pianta. Può essere responsabile anche della colatura dei fiori e della cascola dei frutticini.
L’afide bruno è di colore rosso, nero o marrone. Sugli agrumi provoca la deformazione delle foglie, senza accartocciamenti vistosi. Endoterapia
L’afide del cotone presenta colorazioni variabili giallastre, verdognole, ma anche grigio scuro. Infesta soprattutto aranci, mandarini, clementine.
Tutti gli afidi producono un’abbondante melata che imbratta la vegetazione e favorisce lo sviluppo di fumaggini. Infine, spesso, sono responsabili della diffusione di virosi come ad esempio la Tristeza.
Mosca Bianca:
La mosca bianca è un insetto dell’ordine dei Rincoti, famiglia degli Aleurodidi. Si tratta di un parassita molto problematico per gli orticoltori che hanno deciso di operare in regime biologico. E questo è vero soprattutto poiché ha tra le sue caratteristiche un ciclo di sviluppo molto veloce e prolifico, difficile dunque da tenere sotto controllo. Questo insetto produce diversi tipi di danni alle piante e può essere vettore di alcune virosi molto gravi.
La mosca bianca è originaria delle zone sud tropicali dell’Asia, ma si è adattata benissimo al nostro clima, specie nelle regioni meridionali. Sono diverse le specie presenti sul nostro territorio, le più significative sono tre:
- La Trialeurodes vaporariorum, o mosca bianca delle serre
- La Bemisia tabaci, o mosca bianca degli orti
- La Dialeurodes citri, o mosca bianca degli agrumi.
A livello d’identificazione visiva, le specie si somigliano moltissimo e si differenziano solo per minimi particolari che è difficile cogliere. Proprio in virtù di questo, e viste anche le affinità del ciclo biologico, abbiamo deciso di fare una trattazione unica per tutte le mosche bianche. Alla fine, le differenze più marcate riguardano in particolare i diversi danni provocati da ogni singola specie, ma questi, seguendo i nostri suggerimenti, dovreste riuscire ad evitarli. Endoterapia
Fumaggine degli agrumi:
Con la definizione fumaggine si intende un gruppo di funghi saprofiti, che non attaccano la pianta, ma che si nutrono di sostanze attaccaticce (melata) che vengono prodotte da insetti vari, quali afide cocciniglia e metcalfa.
Si presenta con delle strutture scure e fuligginose, le quali sono composte da dei miceli intrecciati tra loro. Più questi filamenti sono compatti e numerosi più la pianta viene privata della luce necessaria per vivere. Con attacchi prolungati la pianta, dopo un lungo periodo di indebolimento, può arrivare alla morte. Vi sono diversi tipi di fumaggini: da quelle secche e crostose a quelle più mollicce ed unte. Questo fungo presenta generalmente una colorazione bruno nerastra, che conferisce alla pianta attaccata anche uno sgradevole aspetto estetico.
Cancro o Gommosi dell’agrume:
Il cancro gommoso degli agrumi è una malattia che colpisce in prevalenza questa categoria di piante. Si tratta di una patologia di tipo fungino causata dall’intervento di differenti agenti patogeni. Essa è tipica del limone ma non disdegna affatto infettare altre piante dello stesso genere.
La malattia si manifesta con la comparsa di aree maculate umide sul fusto e sulle branche primarie. In queste aree compaiono in seguito delle screpolature (cancri) da cui fuoriesce un essudato gommoso che si rapprende all’aria assumendo un colore simile a quello dell’ambra. Sotto la corteccia, le aree colpite mostrano un imbrunimento del legno più giovane. Con il passare del tempo le aree maculate diventano sempre più scure e le screpolature più abbondanti. Negli stadi avanzati i cancri sono secchi e la corteccia tende a distaccarsi dal legno.
Il cancro gommoso colpisce in particolare gli alberi vecchi che manifestano uno squilibrio tra la chioma e l’apparato radicale, divenuto poco funzionale. Meno frequentemente sono colpite piante giovani. Le piante non particolarmente debilitate tendono a reagire formando tessuti cicatriziali che circoscrivono le infezioni. Con la progressione della malattia, l’infezione tende a confluire in aree più estese che finiscono per abbracciare l’intera circonferenza. A questo punto è compromessa la funzionalità del sistema vascolare, con conseguente disseccamento della chioma servita dalla branca o dell’intera pianta qualora sia colpito il fusto.
I fattori che predispongono le piante agli attacchi da parte della B. ribis sono le ferite causate da traumi meccanici o da fisiopatie, attraverso i quali si ha l’ingresso del patogeno, disfunzioni fisiologiche (es. disaffinità d’innesto), condizioni di umidità eccessiva persistenti.
La patologia si combatte in sede preventiva garantendo con la potatura un giusto equilibrio fra apparato vegetativo aereo e apparato radicale, soprattutto nelle piante ormai vecchie. In sede curativa si deve intervenire nei primi stadi con trattamenti localizzati, all’inizio della primavera e dell’autunno, eseguendo spennellature con funghicidi rameici ad alte dosi. Su piante giovani e con infezioni non estese si può ricorrere anche alla dendrochirurgia, asportando la corteccia e la parte del legno colpita e disinfettando le ferite con prodotti rameici o con la fiamma. Come rimedio estremo si può infine ricorrere al reinnesto
Malsecco dell’agrume:
Il mal secco degli agrumi, nome scientifico Phoma tracheiphila, è una grave malattia fungina che colpisce, appunto, gli agrumi, e in particolare gli alberi di limone. E’ una malattia crittogamica che evidenzia i suoi sintomi sulle piante in inverno e in primavera. Per questo motivo bisogna conoscerla bene e prevenirla con adeguate tecniche agronomiche. Questa malattia fungina può svilupparsi in due modi diversi, che hanno come differenza principale le tempistiche dazione.
E possibile che si sviluppi lentamente, attaccando la chioma dell’albero.
Oppure può agire più rapidamente, colpendo la radice della pianta. Questa seconda modalità è detta mal fulminante, e come si capisce dal nome, la pianta, di punto in bianco, non è più in grado di reagire.
I danni causati dal mal secco degli agrumi sono dunque diversi:
- Nella parte aerea della pianta si manifesta subito con un ingiallimento delle foglie. Ciò avviene a partire dalla parte apicale, con una successiva caduta delle foglie stesse.
- Con il procedere della malattia, si ha il disseccamento dei rami, a partire da quelli più giovani. L’interno di rami malati ha una caratteristica colorazione giallo-aranciata. Questa poi diviene rossastra e nera nelle fasi finali della malattia. Ciò è dovuta alla reazione della pianta all’invasione dei vasi legnosi e alla produzione di metaboliti da parte dell’agente patogeno.
- Nel caso di infezioni della sola parte area, le radici restano sane. Le piante colpite reagiscono producendo nuove foglie, tuttavia nella maggior parte dei casi riescono a sopravvivere pochi anni.
- L’infezione che interessa le radici ha uno sviluppo molto più rapido. La pianta avvizzisce e tutta la chioma secca. La malattia porta alla morte dell’albero in pochi giorni
Macchia Nera – Citrus Black Spot:
Citrus Black Spot, o “macchia nera degli agrumi”, è causata dal fungo patogeno Guignardia citricarpa Kiely. Si tratta di una delle più devastanti malattie degli agrumi che provoca la maculatura dei frutti e delle foglie di specie appartenenti ai generi Citrus, Poncirus, Fortunella e loro ibridi.
Quasi tutte le specie e varietà di agrumi coltivate sono soggette alla malattia; fanno eccezione l’arancio amaro e la limetta di Tahiti. Il limone risulta essere molto suscettibile alla malattia, che infatti tende a manifestarsi per prima su tale specie.
I sintomi caratterizzanti la macchia nera sono appunto le macchie scure e le lesioni a chiazze sulla buccia del frutto: per questo motivo, i frutti di agrumi colpiti non sono commercializzabili sul mercato del fresco. Inoltre, le infezioni più gravi possono causare la caduta prematura dei frutti soprattutto nelle annate favorevoli allo sviluppo della malattia, riducendo le rese.
Malattia dell’inverdimento – Citrus Huanglongbing:
Citrus Huanglongbing (HLB) è nota anche come malattia dell’inverdimento dei frutti o ingiallimento della pianta. •Questa malattia è distruttiva ed è causata dal batterio che viene trasmesso dall’insetto alla pianta. E’ una malattia batterica che attacca il sistema vascolare delle piante. Una volta infettate non vi è alcuna cura per l’albero, muore entro pochi anni. Questa malattia non colpisce l’uomo o animali, solo alcune specie di piante. I sintomi si possono trovare tutto l’anno, ma sono più facilmente visibili da settembre a marzo. La malattia colpisce tutte le parti aeree della pianta , foglie, rami e frutti. Come la malattia progredisce l’intero albero decade. I primi sintomi sulle foglie sono ingiallimento e clorosi. Dopo un anno gli alberi colpiti si presentano deperiti ( rami apicali secchi, foglie gialle) provocando un completo calo della produttività. Dopo la defogliazione si sviluppano dei piccoli germogli multipli con foglie piccole. I germogli crescono pallidi in posizione verticale, chiamati “orecchie di coniglio”. Una crescita ridotta. Rami secchi abbondanti. Il sistema radicale si presenta poco sviluppato e con piccola quantità di peli radicali.
Psorosi:
La malattia è stata osservata per la prima volta in Florida e California nel 1890. È stata denominata da Swingle e Webber nel 1896 come psorosis per i sintomi che provocava su tronco e rami. Originaria dall’Oriente, si è diffusa in tutto il mondo con il movimento illegale del materiale di propagazione. Nel 1938 Fawcett dimostrò che la malattia era trasmissibile per innesto e la denominò psorosis A per distinguerla da altre malattie con sintomi simili. Oggi, alla luce delle più recenti acquisizioni sull’argomento (purificazione dell’agente responsabile, messa a punto di metodi diagnostici sierologici e prove di protezione crociata), è stato appurato che la malattia è differente da quelle presentanti quadri sintomatologici simili; essa è pertanto denominata semplicemente psorosi. Le specie più suscettibili sono l’arancio dolce (soprattutto il gruppo Navel), i mandarini e i pompelmi. I sintomi fogliari consistono in decolorazioni delle nervature, visibili in primavera e autunno quando le temperature sono inferiori ai 24 °C. Sul tronco e sui rami si formano vistose croste dalle quali, nei periodi più caldi, fuoriesce della gomma, cui fa seguito la desquamazione della corteccia. Il virus si trasmette in campo tramite materiale di propagazione infetto, tagli di potatura, punture di insetti o nel caso di infezioni da funghi del genere Olpidium. In Italia ha provocato gravissimi danni in diverse linee locali di arancio dolce e successivamente su arancio Navelina. Il virus responsabile è stato incluso nel genere Ophiovirus e può essere eliminato dal materiale di propagazione infetto mediante termoterapia e/o microinnesto.
Minatrice Serpentina:
La minatrice serpentina degli agrumi, nome scientifico “Phyllocnistis citrella” è un lepidottero appartenente alla famiglia Gracillariidae che possiamo incontrare in tutti i continenti ma che solo negli anni più recenti è arrivata, purtroppo, anche in Italia, negli anni Novanta. La pericolosità per i nostri raccolti, è legata alla sua larva che dobbiamo imparare a individuare. Si tratta di una larva di massimo 3 millimetri di lunghezza e di colore giallo-verdognolo. Quando arriva ad uno stadio di maturazione avanzato, allora si scava una nicchia nella foglia per proteggersi e per diventare prima crisalide e poi farfalla.
Nel fare tutto ciò crea dei danni alle foglie che possono essere più o meno gravi al variare di alcuni fattori come ad esempio il clima, l’area geografica e la gestione degli alberi. Il clima che favorisce la minatrice serpentina è quello caldo ma secco mentre rispetto alla zona geografica possiamo dire che quella più colpita ad oggi è il Sud Italia.
Oidio:
Con il termine oidio identifichiamo una malattia trofica delle piante. Questo tipo di malattia è causata dalla sottrazione di elementi nutritivi dalle cellule delle piante ad opera di agenti patogeni. Nel caso dell’oidio gli agenti patogenei sono dei microscopici funghi chiamati Ascomiceti, appartenenti alla famiglia delle Erysiphaceae. Si tratta di funghi non visibili all’occhio umano. La loro caratteristica è quella di produrre dei filamenti da cui successivamente si sviluppano delle spore, chiamate oidiospore.
Gli agenti patogeni dell’oidio instaurano con la pianta un rapporto trofico definito parassitismo obbligatorio.
Ciò vuol dire che senza il nutrimento ricavato dalle piante, il fungo non sopravviverebbe, specie durante la latenza invernale. Le nuove spore vengono rilasciate dal fungo solitamente all’inizio della primavera. Per via dell’azione del vento l’infezione si sposta da una pianta all’altra.
Ulteriore caratteristica dell’oidio è che ogni specie di fungo patogeno attacca, attraverso lo sviluppo di un micelio, su diverse parti del vegetale, una specifica famiglia di piante. Non attacca spesso agrumi, ma è possibile sporadicamente trovarlo.
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