Il metodo VTA: La verifica della stabilità degli alberi viene eseguita sia su alberi in parchi e giardini pubblici, sia su alberi privati o condominiali. Lo scopo dell’analisi di stabilità è quello di individuare i punti critici ed i difetti di un albero e determinarne il grado di sicurezza statica, e quindi di monitorarli nel tempo. Vediamo meglio come funziona e quali strumenti coadiuvanti si possono utilizzare.
La valutazione di stabilità consiste nella identificazione tassonomica e nella descrizione morfologica, anatomica, biologica, fitopatologica e meccanica dell’albero al fine di determinarne la pericolosità, intesa come propensione al cedimento strutturale integrale o parziale. Tale verifica richiede conoscenze approfondite e integrate di arboricoltura ornamentale (botanica, patologia vegetale, tecnologia del legno, meccanica, ecc.).
La valutazione di stabilità individua le cure colturali e gli interventi utili alla riduzione della pericolosità e definisce modalità e cadenza temporale dei monitoraggi necessari al controllo della sua evoluzione nel tempo.
Nel caso in cui le condizioni di pericolosità non siano mitigabili, attraverso specifici interventi colturali, la valutazione di stabilità è lo strumento idoneo per ad individuare la necessità di procedere all’abbattimento dell’albero.
Non fanno parte dei giudizi esprimibili nell’ambito delle valutazioni di stabilità, le valutazioni basate su criteri estetici, paesaggistici, ecologico-ambientali o relativi a valutazioni estimative legate ad esempio al valore ornamentale o al valore di servizio (legato all’età) di alberature urbane.
Classi di propensione al cedimento:
CLASSE A:
Gli alberi appartenenti a questa classe, al momento dell’indagine, non manifestano segni, sintomi o difetti significativi, riscontrabili con il controllo visivo, tali da far ritenere che il fattore di sicurezza naturale dell’albero si sia ridotto. Per questi soggetti è opportuno un controllo visivo periodico, con cadenza stabilita dal tecnico incaricato, comunque non superiore a cinque anni. |
CLASSE B:
Gli alberi appartenenti a questa classe, al momento dell’indagine, manifestano segni, sintomi o difetti lievi, riscontrabili con il controllo visivo ed a giudizio del tecnico con indagini strumentali, tali da far ritenere che il fattore di sicurezza naturale dell’albero non si sia sensibilmente ridotto. Per questi soggetti è opportuno un controllo visivo periodico, con cadenza stabilita dal tecnico incaricato, comunque non superiore a tre anni. l’eventuale approfondimento diagnostico di tipo strumentale e la sua periodicità sono a discrezione del tecnico. |
CLASSE C MODERATA:
Gli alberi appartenenti a questa classe, al momento dell’indagine, manifestano segni, sintomi o difetti significativi, riscontrabili con il controllo visivo e di norma con indagini strumentali.*Le anomalie riscontrate sono tali da far ritenere che il fattore di sicurezza naturale dell’albero si sia sensibilmente ridotto. Per questi soggetti è opportuno un controllo visivo periodico, con cadenza stabilita dal tecnico incaricato, comunque non superiore a due anni. L’eventuale approfondimento diagnostico di tipo strumentale e la sua periodicità sono a discrezione del tecnico. Questo avrà comunque una cadenza temporale non superiore a due anni. Per questi soggetti il tecnico incaricato può progettare un insieme di interventi colturali finalizzati alla riduzione del livello di pericolosità e qualora realizzati potrà modificare la classe di pericolosità dell’albero.*è ammessa una valutazione analitica documentata. |
CLASSE C/D
Gli alberi appartenenti a questa classe, al momento dell’indagine, manifestano segni, sintomi o difetti significativi, riscontrabili con il controllo visivo e di norma con indagini strumentali.* Le anomalie riscontrate sono tali da far ritenere che il fattore di sicurezza naturale dell’albero si sia drasticamente ridotto. Per questi soggetti, il tecnico incaricato deve assolutamente indicare dettagliatamente un’insieme di interventi colturali. Tali interventi devono essere finalizzati alla riduzione del livello di pericolosità e devono essere compatibili con le buone pratiche arboricolturali. Qualora realizzati, il tecnico valuterà la possibilità di modificare la classe di pericolosità dell’albero. Nell’impossibilità di effettuare i suddetti interventi l’albero è da collocare tra i soggetti di classe D.*è ammessa una valutazione analitica documentata. |
CLASSE D ESTREMA:
Gli alberi appartenenti a questa classe, al momento dell’indagine, manifestano segni, sintomi o difetti gravi, riscontrabili con il controllo visivo e di norma con indagini strumentali.* Le anomalie riscontrate sono tali da far ritenere che il fattore di sicurezza naturale dell’albero si sia ormai esaurito. Per questi soggetti, le cui prospettive future sono gravemente compromesse, ogni intervento di riduzione del livello di pericolosità risulterebbe insufficiente o realizzabile con tecniche contrarie alla buona pratica dell’arboricoltura. Le piante appartenenti a questa classe devono, quindi, essere abbattute.*è ammessa una valutazione analitica documentata. |
Strumenti coadiuvanti alla valutazione di stabilità:
Martello ad impulsi:
Il primo strumento che viene normalmente utilizzato è il martello ad impulsi
sonori, mediante il quale si effettua la misura della velocità di propagazione del
suono all’interno di una sezione dell’albero. Attraverso il martello viene inviato
all’interno della sezione da esaminare un impulso che si espande in direzione
radiale fino a raggiungere un sensore opposto, che segnala l’arrivo del segnale
stesso. Un apposito contatore misura il tempo impiegato dall’impulso sonoro per
giungere al sensore. Per la maggior parte delle specie di alberi esiste una
velocità caratteristica del suono, che si riduce nel caso di presenza di difetti.
Quindi se si riscontrano difetti nel legno dopo l’indagine con il martello si rende necessario localizzare e quantificare l’entità dei danni rilevati con l’analisi resistografica.
Resistografo:
Il Resistografo inserisce un ago sottile nel legno e ne misura la resistenza alla
perforazione quando esso ruota in modo continuativo alla velocità di 1500
r.p.m.. La resistenza alla perforazione è concentrata sulla punta dell’ago dal
momento che quest’ultima ha uno spessore doppio rispetto allo stelo.
La regolazione elettronica del motore garantisce una velocità costante dell’ago,
velocità che va adattata alle specifiche caratteristiche di densità del legno da
esaminare: 50 mm/ min. per legni ad altissima densità (Lophira alata) 700 mm/
Frattometro:
Un altro strumento di ausilio per la valutazione della stabilità meccanica degli alberi è il Frattometro. Fondamentalmente si tratta di un piccolo strumento tascabile nel quale viene inserita una carota prelevata con il succhiello di Pressler. Il campione adeguatamente posizionato viene successivamente sollecitato, analogamente al carico cui sarebbe sottoposto l’albero se fosse esposto al vento. L’apparecchio è suddiviso in due parti, la parte fissa superiore e la parte mobile inferiore. Fra la due parti si trova una molla meccanica a spirale che attraverso i movimenti rotatori viene caricata fino alla rottura ; la misura delle resistenza del legno può essere letta da una scala all’esterno dell’involucro del Frattometro, dove sono riportate anche informazioni riguardo all’angolo di flessione che ha portato alla rottura.
Prova di trazione:
L’apparato radicale è per sua natura non visibile e non può essere approfondito in maniera esaustiva mediante un’indagine visiva o con gli strumenti usualmente utilizzati. La prova di trazione statica a carico controllato (pulling test) è un’analisi statica non invasiva che riproduce l’azione del vento e la risposta dell’apparato radicale alle sollecitazioni da esso causate. E’ quindi uno strumento molto importante, in particolare per piante che per specie/morfologia e/o sito di impianto necessitano tale approfondimento. Nella prova di trazione vengono inseriti sull’albero dei sensori per misurare la deformazione marginale delle fibre (stiramento o compressione) nel tronco o nelle branche e/o l’inclinazione (variazione dell’angolo) della zolla radicale in riposta ad un carico controllato.
Proposte di gestione post analisi strumentale:
Nella tabella sottostante è riportata una breve descrizione delle operazioni manutentive più comuni, per una corretta conservazione e per la messa in sicurezza delle piante prese in esame.
Si ricorda la necessità di attenersi ai turni di ricontrollo stabiliti ogni albero e riportati per ogni albero nella scheda.
Descrizione delle principali operazioni manutentive I nostri servizi in Tree Climbing
- Rimonda del secco: Asportazione dei rami secchi o ammalati.
- Conformazione: Finalizzata alla correzione di eventuali difetti di forma e alla
prevenzione di eventuali asimmetrie o sbilanciamenti della chioma. - Selezione e mantenimento: Si effettua su alberi che hanno subito drastici interventi di
potatura o capitozzatura, nei casi in cui non è opportuno
lasciare sviluppare eccessivamente la vegetazione sviluppatasi
a partire dai tagli. L’intervento consiste nella selezione degli
scopazzi e nel loro ridimensionamento. - Risanamento: Consiste nella rimozione di intere branche deperite a causa di
attacchi di parassiti animali, vegetali o per agenti abiotici.
Oltre a prevenirne la caduta, tale rimozione è anche finalizzata
all’eliminazione di focolai di agenti patogeni. - Riduzione della chioma: Si effettua qualora si riscontrassero delle anomalie al castello,
lungo il fusto o al colletto. In particolare quando il rapporto t/r
è critico. L’entità percentuale della riduzione andrà
commisurata a seconda della riduzione dell’effetto vela che si
vuole ottenere. - Alleggerimento o accorciamento branche: Questo intervento è finalizzato alla riduzione del carico su
branche o parti di esse, nel caso in cui il punto di inserzione
sia compromesso o per la presenza di particolari anomalie
lungo l’asse della branca stessa (cavità, fessurazioni, etc…). - Eliminazione di branche a rischio di schianto: Provvedimento più drastico rispetto all’alleggerimento. In
questo caso la branca non è più in grado di sorreggersi da
sola. - Consolidamento di branche: Si effettua mediante posa di cavi e perni finalizzati alla messa
in sicurezza di porzioni di chioma o di branche primarie.
Le operazioni di messa in sicurezza da effettuarsi sugli alberi, dove indicate, consentiranno di evitare i cedimenti e gli schianti prevedibili con la tecnica del VTA. Quanto descritto vale considerando il quadro fitopatologico e strutturale attualmente riscontrato. In futuro le condizioni degli alberi potrebbero aggravarsi (anche in considerazione delle patologie presenti), tanto più che non esistono, allo stato attuale, presidi fitosanitari o terapie in grado di arrestare efficacemente i processi degenerativi suddetti.
Si raccomanda pertanto di attenersi al monitoraggio periodico indicato per ciascun albero, in modo da tenere sotto controllo eventuali rischi e poter pianificare nel modo più opportuno gli interventi manutentivi che si renderanno necessari.
Per qualunque chiarimento in merito potete contattarci al seguente link Contatti
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