Gli alberi, come qualsiasi altra pianta, hanno bisogno di essere concimati. Se in natura un albero adulto vive senza molte cure, quando viene piantato in spazi ristretti o nei terreni poveri dei giardini ecco che un fertilizzante può essere di grande aiuto per la crescita ed il sostegno delle attività vegetative.
Ci sono poi dei segni inequivocabili della necessità di una concimazione, come ad esempio:
- lenta e ridotta crescita vegetativa dei rami e del tronco
- foglie più piccole del normale
- colore del fogliame pallido
- aumento delle quantità di rami secchi
- un aumento dei problemi di malattie e insetti.
QUALE CONCIME USARE?
Un buon concime per alberi ed arbusti contiene un corretto livello di azoto. L’azoto (N) è l’elemento nutritivo principale, ed è molto importante per la produzione di foglie e il mantenimento della loro colorazione. Ma è importante che il concime contenga anche fosforo (P) e potassio (K). I concimi più adatti hanno unrapporto NPK di circa 3:1:2.
QUANDO CONCIMARE?
Normalmente gli alberi piantumati da poco devono essere concimati tutti gli anni per stimolarne la crescita, ma un’albero già grande e affrancato potrà essere concimato anche ogni 3 anni. I mesi migliori per concimare sono da ottobre a novembre e da marzo a maggio.
COME CONCIMARE?
I metodi di concimazione sono sostanzialmente di 2 tipi: superficiale e con forature.
CONCIMAZIONE SUPERFICIALE. Il più semplice e più veloce sistema di nutrire l’albero o l’arbusto è quello di spargere il concime sul prato o sul terreno per tutta l’estensione della chioma. Questo è un problema per il tappeto erboso che subirà i danni di un eccesso di concimazione. In caso di terreno nudo la distribuzione non provoca danni ma dovremmo porre attenzione a far arrivare i nutrimenti in profondità con abbondanti irrigazioni per evitare che le radici tendono a svilupparsi in superficie e a diventare più sensibili alla siccità.
CONCIMAZIONE CON FORATURE. Questo metodo è più complicato ma molto efficace. Consiste nel praticare dei fori nell’area da concimare con una piccola trivella manuale, un puntale o scavino. I fori vanno fatti a circa un metro l’uno dall’altro, leggermente inclinati e profondi 30-40 cm. Infine vanno riempiti di concime mescolato a terriccio da prato o universale, ghiaia o sabbia e poi va irrigato per attivali. Questa tecnica, oltre ad essere molto efficace perché mette il concime a stretto contatto con le radici, ha il vantaggio di areare il terreno.
LE DOSI:
Le dosi di concime da applicare variano con le dimensioni dell’alberatura e si calcolano sulla base del diametro del tronco misurato a circa 1 metro da terra. Per calcolare velocemente il diametro basta moltiplicare la circonferenza per 0.318.
Le indicazioni di dosaggio che seguono sono riferite solo ai concimi professionali che troverai indicati nel prossimo paragrafo e aventi titolo NPK di circa 18-5-10. In caso di uso di concimi diversi i dosaggi vanno modificati.
Dosaggio per piante a foglia caduca.
- Diametro del tronco maggiore di 20 cm (64 cm di circonferenza):
400 grammi per ogni cm di diametro - Diametro del tronco minore di 20 cm (64 cm di circonferenza):
200 grammi per ogni cm di diametro
Dosaggio per piante sempreverdi.
- Diametro del tronco maggiore di 25 cm (78 cm di circonferenza):
400 grammi per ogni cm di diametro - Diametro del tronco da 10 a 25 cm (da 30 x 78 cm di circonferenza):
200 grammi per ogni cm di diametro - Diametro del tronco fino a 10 cm (da 30 cm di circonferenza):
400 grammi per ogni metro di altezza
Dosaggio per siepi sempreverdi
- Siepi in crescita e adulte
150 grammi per ogni metro di altezza
L’azoto deve essere presente sia in forma a pronta cessione che a lento rilascio e si suggerisce l’uso di fertilizzanti professionali con almeno 16/18 unità di azoto, 5/6 di fosforo e 10/12 di potassio. Assieme al fertilizzante minerale è utile aggiungere un ammendate organico vegetale della polvere di micorrize.
CHE COSA SONO LE MICORRIZE?
Per micorriza si intende un’associazione simbiotica tra un fungo e una pianta. Queste simbiosi sono di tipo mutualistico, per cui i due organismi portano avanti il loro ciclo vitale vivendo a stretto contatto e traendo benefici reciproci.
Questo legame, con relativo scambio di C organico, avviene attraverso il collegamento del micelio alle parti terminali delle radici della pianta. La pianta micorrizata può utilizzare i miceli ad essa collegati come prolungamento delle radici, in modo da avere a disposizione una più vasta superficie di terreno per nutrirsi di materie inorganiche; infatti lo sviluppo considerevole delle ife nel terreno permette di esplorare un’area del suolo notevolmente maggiore di quanto può fare la singola radice, aumentando notevolmente la quantità di sostanze nutritive raggiungibili, fatto che porta ad un generale aumento della competitività di queste piante nei sistemi naturali.
Non solo, ma le micorrize sono in grado di solubilizzare e quindi assorbire le forme organiche presenti nel suolo in composti insolubili, non direttamente utilizzabili dalle piante. Inoltre i funghi ottengono dalla simbiosi tutte quelle sostanze organiche complesse già sintetizzate di cui hanno bisogno (zuccheri e amidi), che sono state costruite dalla pianta e che, alla fine del proprio ciclo, sono per essa in esubero.
VANTAGGI: è stato dimostrato che le piante micorrizate sono più veloci a crescere (“effetto crescita”), e sono più resistenti alle malattie nonché alle intemperie e allo stress. Non bisogna inoltre dimenticare che per le piante non micorriziche vi è la perdita di una certa quantità di carbonio fotosintetizzato. Le piante micorriziche avranno dunque, dal punto di vista selettivo, un vantaggio nei confronti di tali piante.
La funzionalità dei sistemi micorrizici dipende, dunque, dal trasferimento di C organico derivato dalla fotosintesi dalla pianta alle varie strutture fungine (micelio, spore) e dalla capacità dei simbionti fungini di captare le sostanze nutrienti disponibili in forma inorganica e/o organica nel terreno e di cederle alla pianta attraverso le interfacce simbiotiche.
Tra i funghi simbionti possiamo trovare specie che possono micorrizare piante anche molto diverse tra loro, specie che instaurano simbiosi con poche essenze o, addirittura, con una sola specie vegetale; in quest’ultimo caso si parla di simbiosi obbligata o esclusiva. Ad esempio troviamo funghi che si legano esclusivamente (simbionti obbligati) ad ontano, salice, peccio, abete bianco, leccio, cisto, ecc…
Le due principali suddivisioni delle micorrize sono quelle per piante ( funghi endomicorrizici) e quelle per alberi (fughi ectomicorrizici).
MICORRIZE PER PIANTE: sono adatte alla maggior parte delle piante ornamentali, orticole, piante da frutto, alcune conifere come thuja, tasso e cipresso. Il prodotto che proponiamo per questo trattamento è il Symbivit, che va utilizzato direttamente a contatto con le radici e dalla cui applicazione otterrete un miglioramento della nutrizione, della crescita e della salute delle piante, non che un netto incremento dei fiori e dei frutti. Il fabbisogno idrico e di concimi diminuirà. Entro poche settimane si formeranno dei filamenti fungini e, una volta sviluppata la simbiosi, questa permane per tutta la durata della vita delle piante. In sintesi le micorrize:
- Migliorano la crescita e la salute della pianta
- Aumentano la fioritura ed il numero dei frutti
- Diminuiscono il fabbisogno di acqua e fertilizzante
- Aumentano la resistenza a stress come messa a dimora e siccità
Composizione: 6 ceppi di funghi endomicorrizici, substrato naturale a base di argilla, bioadditivi (humus minerale, minerali del suolo)
MICORRIZE PER ALBERI: Sono funghi micorrizici che rappresentano una nuova era nelle tecniche di concimazione e coltivazione delle alberature. Essi infatti stabiliscono una simbiosi con le radici delle piante che aumenta la loro resistenza agli stress ambientali, come la siccità, combatte la presenza di patogeni del suolo e la carenza di nutrienti. Inoltre diminuisce il fabbisogno di acqua e concimi. Il prodotto che vi offriamo, chiamato Ectovit, è basato sull’utilizzo di questi funghi ectomicorrizici e apporta una migliore stabilità e sopravvivenza delle semine, aumenta la crescita delle piante e la formazione delle radici. Questo prodotto è adatto per applicazioni in vivaio, in campo forestiero, in giardino o nella coltivazione di Bonsai. E’ specifico per le piante legnose.
- Migliorano la messa a dimora, la crescita e la salute degli alberi
- Diminuiscono il fabbisogno di acqua e fertilizzanti
Composizione: 4 ceppi di funghi ectomicorrizici sotto forma di micelio in terreno liquido, 2 ceppi di fumghi micorrizici in un substrato a base di torba (elementi inerti), bioadditivi (humus minerale, fonti naturali di azoto e magnesio) che permettono lo sviluppo della simbiosi
Che tipo di strumento si utilizza per somministrare le micorizze? Il palo iniettore, vediamo insieme di cosa si tratta.
Il palo iniettore:
Il palo iniettore è uno strumento in grado di veicolare direttamente nel terreno soluzioni nutritive, fitostimolanti e/o altre sostanze in grado di guarire le nostre piante. Risulta utilissimo, per iniettare i prodotti direttamente, nello strato interessato dalle radici il suo utilizzo è consigliato prevalentemente in terreni soffici con scarsa presenza di sassi.
Nella parte superiore del palo iniettore è situato una maniglia un’erogazione comanda manualmente dall’operatore
Nella parte centrale è presente un tubolare trasversale, che funge da base di appoggio del piede per dare forza al palo durante l’ interramento.
Nella parte inferiore il palo è a punta ed è forato
Caratteristiche tecniche:
• Raccordo girevole maschio da 1/2″
• Pressione massima d’esercizio 30 bar
• Portata massima: 70 l/min con perdita di carico di 1 bar
• Altezza: 107 cm
• Materiali: struttura e puntale in acciaio inox – ottone – alluminio con rivestimento al nichel chimico – materiali plastici ad alta resistenza – tenute in FPM.
Se hai bisogno di un consiglio, di effettuare un trattamento ai tuoi alberi non esitare a contattarci al link seguente: